ISTITUZIONE DELLA FILIERA TECNOLOGICA PROFESSIONALE – MEMORIA UIL SCUOLA RUA

Il 4 marzo si è tenuta alla Camera dei Deputati un’audizione sul disegno di legge C. 1691​ Governo, approvato dal Senato, recante istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. Vi riportiamo il testo dell’intervento di Roberto Garofani della Segreteria Nazionale della Federazione Uil Scuola Rua. 

Audizione
VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione
Camera dei deputati

MEMORIA UIL SCUOLA RUA

 

Onorevole Presidente, Onorevoli Deputati

Dalla lettura del testo approvato dal Senato della Repubblica il 31 gennaio 2024 abbiamo avuto modo di constatare che le criticità evidenziate e le indicazioni da noi esposte nell’audizione del 5 dicembre 2023 durante l’iter del DDL S.924 non hanno trovato riscontro e per alcuni aspetti si sono definite modalità di attuazione sulle quali, in questa sede, cercheremo di mettere l’accento auspicando che quanto da noi esposto in precedenza con l’aggiunta di quanto proporremo in questa sede possa essere preso in considerazione nel testo che verrà licenziato da questo ramo del Parlamento.

Lo schema di disegno di legge di istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale è stato proposto con obiettivi che, in prospettiva, si presentavano indirizzati alla costituzione di un polo educativo didattico finalizzato alla crescita culturale di ragazze e ragazzi proiettati, successivamente, ad acquisire con facilità competenze tese ad avere degli sbocchi lavorativi.

Un’attenta lettura rileva, al contrario, uno schema teso ad una forma di “esternalizzazione” dei processi educativo didattici tutti proiettati verso la netta prevalenza di indirizzi costruiti con un ruolo determinante del mondo dell’imprenditoria.

Tutti i fondamenti, costitutivi di una tale prospettiva, sono presenti nel disegno di legge pervenuto dal Senato dove l’esigenza di un rapporto stretto con il mondo dell’impresa e inevitabilmente del mercato sono alla base delle reali prospettive di successo o meno delle misure per lo sviluppo della filiera formativa tecnologico-professionale. Questo per la semplice ragione che un tale esito è nella natura dello stesso decreto allorché al comma 9 prevede che all’attuazione delle diposizioni, contenute nell’art. 25 bis che viene inserito ad integrazione del Dl 144 del 23 settembre 2022, si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Al netto di una tale impostazione in termini di risorse economiche è inevitabile che il contesto per lo sviluppo della filiera formativa tecnologico-professionale non potrà che poggiarsi sui finanziamenti di privati che, al di là di qualche intento filantropico, agiscono, legittimamente, in funzione dell’interesse e del profitto.

A nostro modo di vedere non vi è una preclusione all’utilizzo di risorse esterne derivanti da impegni economici di privati e imprese, il fatto rilevante è che nello schema di decreto non sussiste nessun tipo di regolamentazione che garantisca la peculiarità del processo educavo-didattico statale, ma il processo nel suo insieme è demandato a forme di partenariato le cui formule saranno scritte in base, immancabilmente, alle esigenze di chi mette le risorse.

A nostro avviso il progetto della filiera tecnologico professionale dovrebbe avere in sé l’esigenza di costruire, in modo prospettico, una programmazione curriculare con solide radici nel territorio che, a parte qualche specificità particolare, dovrebbe radicarsi in funzione delle molteplici potenzialità lavorative proprie di quel determinato territorio al fine di edificare risorse umane che rispondano appunto a quella pluralità di esigenze.

Non vorremmo invece, ed è quanto sembra prospettarsi, che, in virtù dei finanziamenti privati, l’indirizzo vada solo in un’unica direzione funzionale a quei finanziamenti senza una valutazione del reale impatto in termini di potenzialità di un determinato territorio e, dunque, a detrimento della conseguente capacità di dare riposte adeguate, da parte della filiera tecnologico-professionale, alle varie e diversificate possibilità di utilizzo del know-how giovanile che la stessa filiera dovrebbe produrre per aggredire fattivamente in termini lavorativi un territorio con tutte le sue varie e diversificate possibilità di lavoro.